LE FIABE… alla scoperta del loro MONDO EMOTIVO
LE FIABE… alla scoperta del loro MONDO EMOTIVO: Tutti noi, nel momento in cui diventiamo genitori o lo stiamo per diventare, ritorniamo a ciò che di più tenero ci sia nel rapporto genitori-figli, ossia, le fiabe!
Ricordo perfettamente il momento in cui scoprii di aspettare il mio primo figlio, fu un’emozione bellissima e nei giorni a seguire, mentre metabolizzavo quella realtà tanto attesa, mi capitò fra le mani un libro di fiabe che mio zio Gaetano mi regalò quando avevo pressapoco 6 anni. Me lo portò al rientro da un viaggio e per me fu un regalo magnifico. Ricordo la sorpresa nel vedere tutte quelle pagine colorate, i disegni buffi e soprattutto il profumo che facevano quelle pagine mentre le sfogliavo. Non sapendo ancora leggere provavo a fantasticare su quei disegni. Guardavo intensamente un’immagine e poi chiudevo gli occhi proiettando me stessa in quel contesto. Mi ritrovavo per incanto nel bosco della Bella Addormentata o nella tenda polverosa di Aladin e poi, se ero particolarmente irrequieta, diventavo una cavallerizza spericolata di Alì Babá e i 40 ladroni.
La vera sorpresa era quando mia madre si sedeva a leggermi quelle pagine e lí, attraverso sua la voce, a volte incerta, scoprivo mondi nuovi. Una fra tutte era la mia preferita, le chiedevo di leggerla ogni volta che poteva perché mi affascinava la presenza di animali che con la magia si trasformavano in esseri umani, era bellissimo vedere una zucca trasformarsi in una carrozza e un vestito sgualcito e logoro diventare un bellissimo abito pomposo e ricamatissimo di un colore tenue ma forte allo stesso tempo, il colore del cielo! Cenerentola e la sua scarpetta era la mia fiaba preferita.
Tenere quel libro fra le mani e pensare che da li a qualche mese avrei letto io quelle fiabe a mio figlio mi rendeva particolarmente emozionata. Immaginavo il volto di mio figlio mentre mi ascoltava leggere, ero ansiosa di vederlo fantasticare e sapere quale fra quelle storie era la sua preferita.
Il momento delle storie raccontate dalla mamma o dal papà, magari accoccolati tra le loro braccia, prende un significato emotivo molto più grande del gesto in sé. È unico nel suo genere. Ed io non vedevo l’ora di poterlo sperimentare.
Dietro le fiabe e all’opportunità che esse ci danno di sognare c’è un mondo non indifferente.
Le fiabe possono essere un mezzo per capire lo stato d’animo di un bambino, le paure nascoste e i disagi, insiti in lui, che fa fatica a tirare fuori.
Le fiabe rappresentano uno dei mezzi più adatti per sviluppare la capacità creativa del bambino. Nel suo mondo tutto può diventare più grande con la possibilità che avvengano situazioni dalle più disparate e far crescere la speranza che tutto possa risolversi. I bambini amano le fiabe perché sono piene di fascino e di tensione, di situazioni che non vivono nella realtà: draghi, boschi incantati, duelli, unicorni; ma, amano soprattutto la consapevolezza che dopo mille difficoltà tutto finirà bene.
Le fiabe hanno un valore educativo speciale, privo di paternali dirette e di castighi. Uno scontro diretto con un personaggio cattivo, ad esempio la strega di Biancaneve, fa capire ai bambini che nella vita bisognerà superare degli ostacoli e che non tutto è semplice. Il lieto fine nello scontro tra il bene e il male, infonde al bambino sicurezza, atteggiamento positivo e fiducia nelle proprie possibilità al fine di poter superare ogni difficoltà in futuro. L’essere e l’apparire per loro non ha alcun peso perché dietro un ranocchio si può celare un principe meraviglioso e la fiducia e l’amicizia diventeranno pietre miliari.
Leggendo le fiabe con gli occhi dei bambini, esse non vanno intese in modo letterale e se ci sono dei “messaggi negativi” state certi che non sono tali ma rappresentano in modo simbolico una difficoltà di crescita offrendo una certa varietà di soluzioni per superarle.
Quando un bambino si fissa su una fiaba anziché un’altra, non sta dando valore all’aspetto drammatico contenuto nella fiaba stessa come ad esempio potrebbe essere il lupo cattivo che mangia la nonnina o il cacciatore che apre la pancia del lupo per tirare fuori la nonnina e cappuccetto rosso; ma semplicemente sta fronteggiando una sua difficoltà di crescita quasi sempre del tutto fisiologica.
Il preferire una fiaba ad un’altra può essere per noi un modo per capire di quali Fiori di Bach il bambino ha bisogno in quel momento specifico della sua crescita cognitiva.
Leggere una storia, un racconto, le fiabe della tradizione popolare al bambino è un’ottima abitudine!
Se il bambino non trova interesse in ciò che noi stiamo raccontando o leggendo è meglio non insistere con il racconto stesso e la prossima volta proponiamogli un’altra storia. Il suo disinteresse è dovuto al fatto che le situazioni narrate e gli avvenimenti raccontati non risvegliano in lui una similitudine con la realtà che sta vivendo. Arriverà sicuramente il momento in cui individuerà la sua fiaba preferita e chiederà di raccontarla più e più volte, vorrà interagire con il racconto stesso creando situazioni nuove all’interno della storia. E’ importante seguire le indicazioni nuove date dal bimbo perché in quel momento si mettono in atto strategie di soluzione ecco perché non bisogna mai spiegare volutamente il significato di ciò che avviene nelle fiabe.
Un libro molto interessante che mette in relazione le fiabe popolari e i Fiori di Bach lo ha scritto Barbara Gulminelli “Fiabe e Fiori di Bach”. Per scrivere questo articolo ho preso spunto proprio da ciò che ho letto in questo suo libro e voglio farvi seguire le schede riassuntive che Barbara Gulminelli ha elaborato…
Sono sicura che da oggi in poi darete un po’ di fiducia in più al povero lupo cattivo di Cappuccetto Rosso e sarete accondiscendenti se il vostro bimbo sguainerà un mestolo per sconfiggere l’orco della foresta incantata!
Leggete le fiabe ai vostri figli, e perchè no, tornate un po’ bimbi anche voi…
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A cura della Naturopata
Anna Maria Puglisi